Prima parte

Dopo l’anteprima delle Serate Musicali, che ha avuto luogo il 21 ottobre scorso, con un concerto Pucciniano eccezionalmente ospitato dal Museo Nazionale del Risorgimento Italiano nell’Aula della Camera Italiana, il 15 novembre ci sarà l’inaugurazione ufficiale delle Serate, esito di una straordinaria sinergia tra i quattro Conservatori piemontesi, l’Università di Torino (Dipartimento di Studi Umanistici), la Scuola APM di Saluzzo, l’Associazione “Gli Invaghiti” ETS e Kalendamaya, Festival Internazionale di Cultura e Musica Antica, che proporranno l’esecuzione, in forma oratoriale, di Fetonte sulle rive del Po.

Il 22 novembre, con replica il 23 novembre, non mancherà il consueto concerto di Santa Cecilia con l’Orchestra degli studenti del Conservatorio diretta dal M° Giuseppe Ratti. La prima parte della Stagione continuerà tra appuntamenti fissi e novità: avremo una carrellata dedicata ai migliori diplomati dello scorso anno e ospiti come l’Orchestra del Teatro Regio (concerto a pagamento) nell’ambito delle manifestazioni per il festeggiamento dei duecento anni dalla fondazione del Museo Egizio.

Tra gli appuntamenti di spicco vi è il concerto del 25 gennaio in occasione del Giorno della Memoria e il 31 gennaio con la partecipazione del Conservatorio al festival torinese Mozart Nacht und Tag.

La rassegna delle Serate Musicali è realizzata con il sostegno della Fondazione CRT e beneficia del patrocinio della Città di Torino.

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A breve verrà attivata la piattaforma di prenotazione dei posti in sala

La musica del cambiamento

 

“La musica del cambiamento” è il titolo di un saggio del celebre critico americano Nate Chinen che racconta come il jazz sia stato e sia ancora oggi musica di rottura, delle convenzioni e degli stilemi di genere, un linguaggio che continua a evolversi e a mutare.

L’espressione musica del cambiamento però potremmo anche utilizzarla come titolo di questa nostra stagione di concerti, ma non solo per i concerti di jazz: mai come in questo periodo il Conservatorio di Torino ha vissuto un così rapido e continuo cambiamento, destinato a farci entrare in una nuova fase della vita accademica, ma anche del ruolo istituzionale all’interno del territorio e della collettività.
L’evoluzione della normativa del nostro sistema sta facendo diventare le Istituzioni AFAM centri autonomi chiamati a ideare, costruire e promuovere una propria individualità di struttura e di linguaggi, di contenuti e di indirizzi, ma sta anche spingendole verso la ricerca di una propria strategia e identità accademica, artistica e gestionale.

Non è solo la normativa però a spingerci al cambiamento e all’innovazione: a farlo sono il talento dei nostri studenti e i loro risultati artistici, che richiedono sempre più un’attenzione all’indirizzo e alla cura della loro crescita, con lo sguardo che deve essere costantemente rivolto ad un contesto ampio e soprattutto ad una dimensione internazionale, animato da collaborazioni e condivisione di progetti.
Non è un caso che ad aprire la rassegna contenuta in questo libretto sia il risultato di un progetto collettivo che ha visto lavorare insieme, per la prima volta, i quattro Conservatori del Piemonte e l’Università di Torino impegnati in un lavoro di recupero e reinvenzione di una pagina del passato.

Il racconto e le storie dei nostri studenti si intrecciano con quelle di progetti corali e trasversali alla città, che saluta e festeggia i 200 anni del Museo Egizio con un meta-cartellone che fa tappa anche nel nostro Conservatorio: un concerto che vede schierata l’Orchestra del Teatro Regio insieme ad un solista individuato tra i nostri studenti. Un grande violinista ospite di “Back To Bach”, Festival dell’ Accademia Maghini, fa tappa da noi per una Masterclass ed un concerto con i nostri studenti.
Le voci di strumenti costruiti con il legno dei barconi dei migranti raccontano l’impegno del Fondo Alberto e Angelica Musy nella sensibilizzazione sulle tematiche carcerarie. I Giochi Olimpici Invernali Universitari di Torino 2025 fanno incontrare, anche nella nostra sala da concerto, giovani e artisti di tutto il mondo, grazie al progetto “International routes: arts creating future”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca su fondi PNRR.

Il Conservatorio di Torino quindi come crocevia di itinerari diversi, catalizzatore di progetti e di energie trasversali: la sua musica è il racconto di questo cambiamento.

Il Direttore
Francesco Pennarola

Il saluto del Presidente Gianni Oliva

 

Giunto al terzo anno di presidenza, non posso che ribadire l’orgoglio di dare il mio piccolo contributo alla vita del nostro Conservatorio: salire le scale del “Giuseppe Verdi” per le incombenze amministrative significa incrociare facce fresche con il violoncello a tracolla, altri con la custodia del flauto sotto il braccio, altri ancora con un libro in mano; oppure vedere nell’atrio piccoli crocchi che scherzano e sorridono; oppure ancora incontrare un gruppo festante attorno al compagno con l’alloro della laurea appena raggiunta.

E quando ci sono i concerti di Santa Cecilia o del 2 giugno, significa ammirare quegli stessi ragazzi trasformati in membri dell’orchestra degli studenti, composti, un occhio allo spartito e l’altro alla bacchetta del M° Ratti e, ancora, il venerdì sera, ascoltare i talenti piccoli e grandi al cimento dei primi concerti in pubblico. Il Conservatorio è un caleidoscopio della giovinezza che cresce, studia, sogna, talvolta soffrendo per la fatica, tal’altra compiacendosi per i successi e gli obbiettivi raggiunti.

In questo senso, è come l’Università o come il Politecnico: ma, in più, con le emozioni della musica, che significano insieme disciplina ed estro. “La musica è per l’anima ciò che la ginnastica è per il corpo”, insegnava Platone nel Timeo: è una verità che mi sembra di ritrovare ogni volta che entro dal portoncino di via Mazzini e che ben compensa la noia (necessaria!) dei Consigli di amministrazione o delle firme digitali! Buon anno accademico a tutti!

Il Presidente
Gianni Oliva